Evento club Terme di Saturnia
Silvia Ranauro di Dnca Finance ci ha illustrato nel suo intervento dell’evento Club di Saturnia un’interessante analisi sulle nuove opportunità d’investimento nella fase post Covid-19.
Lo scenario che si presenta oggi è completamente diverso da quello che si è presentato negli ultimi venti anni.
Attualmente l’universo investibile è stato “ridotto” in termini di possibilità di realizzare performance positive sia nel mercato obbligazionario che azionario. L’universo investibile è diventato quindi più piccolo nel comparto obbligazionario, dovuto al fatto che gli interventi di politica monetaria hanno determinato un abbassamento significativo dei tassi di interesse, infatti i tassi reali nelle maggiori economie sono pesantemente negativi e spesso anche nominalmente e i bond “core” rappresentano un investimento poco e per nulla attraente per un privato che desideri tenerli a scadenza o per un fondo pensione.
Altrettanta difficoltà la riscontriamo nel comparto azionario dove anche qui sembra che l’universo investibile sia diventato più ristretto, infatti pochi sono i settori davvero interessanti.
Le «prospettive di crescita» del singolo settore fanno la differenza nel medio periodo, come l’IT. Ma la straordinaria performance del settore “tecnologico” non è una scoperta del periodo COVID-19, basta analizzare le performance degli ultimi anni per rendersene conto, la sovraperfomance della tecnologia rispetto ad un settore come le banche è schiacciante. È vero che in termini di multipli P (price)/E (earning) la tecnologia è molto cara perché viaggia intorno alle 25-50 volte gli utili, mentre le banche circa a solo 4 volte gli utili, ma ci rendiamo conto come l’asset allocation non può basarsi esclusivamente sui multipli fondamentali tradizionali.
Ma se la crescita del PIL diventa sempre più contenuta, il portafoglio in futuro non potrà continuare ad essere costruito come in passato a causa di troppi bonds con ritorni attesi negativi e diversi settori produttivi con sales growth negative.
Davanti a noi abbiamo oggi una grande sfida: creare un portafoglio in grado di affrontare in maniera vincente la nuova fase post Covid dove sappiamo che il mercato azionario è in grado di anticipare le dinamiche future. Ma in questa sfida protagonista è la domanda se scegliere una strategia Growth o Value. Per rispondere, è fondamentale capire perché la strategia Growth ha sovraperformato quella Value sia nella discesa che nella salita dei mercati azionari.
Le motivazioni sono chiare e semplici: innanzitutto la crescita è una risorsa scarsa, molto concentrata, solo una parte limitata delle aziende cresce; le aziende growth garantiscono una tenuta dei margini migliore; Growth e’ estremamente caro rispetto a Value, ma consente di incorporare nei portafogli la crescita futura di quelle economie che nel medio/lungo periodo sarà certamente positiva, infine Growth subisce molto meno le conseguenze di un’inflazione prossima a zero.
Quindi il mantra Growth vs Value ha sostituito definitivamente quello Cyclical vs Non Cyclical, che appare ormai legato al passato dove le maggiori economie OCSE mostravano andamenti sincronizzati.
Nella strategia d’investimento, ha concluso la Ranauro, sarà importantissimo inoltre incrementare la diversificazione a livello geografico, puntando in particolare al Nord Europa perché meno colpito dal COVID-19 rispetto al resto dell’Europa, USA e Asia e perché si tratta di un perimetro geografico più ampio con paesi con rating di tripla A, finanze pubbliche molto sane e di sostegno che consentono di finanziare piani di rilancio. Infine anche perché le opportunità d’investimento all’uscita dall’emergenza Covid saranno molto più numerose grazie al fatto che si tratta di un’area leader nell’innovazione sia tecnologica che biomedicale.
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