La tavola rotonda introdotta da Stefano Ronchi, Ceo di Valore e dedicata alle prospettive di crescita e di trasformazione per il nostro Paese, ha raccolto le testimonianze dei principali esperti rappresentanti di alcuni settori maggiormente impattati dalla crisi: previdenza, tutela dei patrimoni dei lavoratori salute e innovazione.
L’obiettivo del dibattito è stato quello di analizzare il tema delle incertezze legate alla pandemia di Covid-19, le relative ripercussioni finanziarie e di come le politiche di rilancio introdotte potranno sostenere la ripresa.
Andrea Sianesi, Fondazione Politecnico di Milano, ha espresso il punto di vista del mondo accademico focalizzandosi sul “new normal” 2020/21:
“Ci sono tre parole che evidenziano bene quello che abbiamo imparato da questa pandemia:
- digital, siamo stati forzati a passare da un mondo fisico ad un mondo digitale e ad interazioni one to one a Teams to Teams;
- smart, smartworking, ma non solo;
- circolare, nel senso che oggi è molto più forte la consapevolezza
dell’importanza di altre cose legate agli aspetti dell’economia circolare oltre che al profitto d’impresa o al PIL.
L’innovazione inoltre è ormai strettamente legata all’imprenditorialità”.
Proprio sulla ricerca scientifica e sull’innovazione in ambito welfare il Venture capital e il Private equity avranno un ruolo fondamentale, per questo Alessio Beverina VC Hub Italia ha affermato:
“Il messaggio che deve passare al nostro paese è che innovazione e imprenditorialità non possono esistere senza una finanza intelligente, disposta ad investire in start up e nuove tecnologie”.
Altro tema emerso durante il panel è stato quello dell’emergenza Covid-19 e il ruolo della sanità. Secondo Anna Trovò, Enfea Salute e Enti Bilaterali Cisl in questo momento il tema sanitario è centrale.
“La sanità deve riuscire ad utilizzare al meglio le nuove tecnologie digitali per riuscire a raggiungere tutte le persone. La digitalizzazione della sanità permette al singolo di avere accesso a una serie di servizi di consulenza e cure anche a distanza”.
Sergio Corbello, Assoprevidenza, ci ha dato invece il suo punto di vista sulla previdenza complementare sostenendo:
“Il problema riguardo al Covid è un problema di alimentazione, non tutti sono infatti nella stessa situazione, ci sono settori che non hanno risentito della pandemia come i fondi storici di origine bancaria e assicurativa i cui l’attività non è venuta meno né tantomeno i contributi. Altro è il discorso dei fondi di categoria che hanno invece delle problematiche ovvie di contribuzione perché alcuni settori sono assolutamente in difficoltà. Si troverà la soluzione con la ripesa economica e con la riattivazione degli ordinari canali economici del lavoro, ma rimarranno dei segni. La previdenza complementare arriva all’appuntamento Covid portandosi dietro alcuni malesseri di carattere strutturale del passato che ancora non abbiamo risolto e che non risolveremo in tempi rapidi”.
Salvatore Casabona, presidente di Assofondipensione ha affermato nel suo intervento che è sbagliato concentrarsi solo sul tema di aiuti al sistema produttivo e non a quello sanitario.
“La stessa spesa sanitaria crea posti di lavoro e di ricerca utili allo sviluppo e al rilancio del nostro Paese. Non dobbiamo dimenticarci che il sistema di welfare non consuma solamente ma crea lavoro e ricchezza”.
Francesco Verbaro di Adepp tirando le somme della discussione, ha concluso:
“Vivendo in un mondo incerto e imprevedibile dobbiamo trovare gli strumenti per sopravvivere. La resilienza è sufficiente? Forse servono capacità produttive, di adattamento e proattive in grado di dare forza alle idee e allo spirito imprenditoriale. Per questo il Venture Capital, le piccole imprese e le start up potranno davvero cambiare il mondo.”
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